02 Marocco Chefcaouen – Fes

02 04 Giornata infame. La notte alle 4 fulmini. Alle 4 e mezzo il muezin con gli altoparlanti. Ha continuato a piovere più o meno fino ad ora che sono le 18. In una breve pausa uscito a comprare la scheda Meditel per il telefono. Passata la mattina sulla terrazza dell’albergo a mandare notizie al mondo. Pomeriggio in camera. Dormire e spippolare. Domani si rischia di fare il bis.

03 04 Ha piovuto tutta la notte. La mattina ci siamo alzati tardi e abbiamo fatto la colazione accanto alla porta l’albergo. Dopo siamo andati con l’ombrello a vedere delle cascate d’acqua nella parte del paese che si addentra nella gola. A meta mattina ha  smesso di piovere e Aleandro ha fatto un giro lungo io sono tornato verso il centro  seguendo una contadina.  Portava il latte. Lei sapeva la scorciatoia. Sono rientrato in paese in una zona dove c’era il mercato della gente del posto vedi foto. Abbiamo comprato qualcosa da mangiare e siamo ritornati in camera. A metà pomeriggio siamo usciti ancora con l’ombrello. Abbiamo fatto un giro alla medina abbiamo dove abbiamo conosciuto  tre sedicenni. Loro ci hanno richiesto di accompagnarle alla cascate. Unico svago del paese. Mentre tentavamo di imbastire una discussione in francese e inglese ci siamo accorti che un gruppo di ragazzi ha parlato con una di loro, e da quel momento è calato il gelo. Le abbiamo salutate, e siamo ritornati in albergo.

04 04 Finalmente si parte ha piovuto durante la notte, ma la mattina alle 8 non piove. Abbiamo preso le moto dalla piazza e portate vicino all’albergo. Sistemati i nostri bagagli abbiamo caricate le borse sulle moto. Durante la notte il mio smartphone, improvvisamente, ha cominciato a dare i numeri. Tutti i software che usano il GPS erano fuori uso. Mi sono sentito morire.  Mesi di preparativi a mettere Waypoint per raggiungere i posti prescelti per il viaggio andati in fumo. A questo punto non restava che percorrere le strade principali. Dopo pochi chilometri dalla partenza, ricontrollo lo smartphone e tutto era ritornato a posto. Così abbiamo ripreso la ricerca di vie alternative. C’era tantissima nebbia. Il paesaggio era collinare. Ma si poteva solo immaginare la sua bellezza. Raggiunti gli 800/ 1000 metri di altitudine un bel vento ha spazzato tutte le nuvole e abbiamo cominciato a godere di splendidi panorami. 
Abbiamo attraversato boschi di lecci e querci, lecci da sughera, colline piene vegetazione a macchia mediterranea.  Ci siamo trovati di fronte allo stereotipo che noi italiani abbiamo nel considerare il Marocco e i suoi abitanti. Case isolate,  fatte di lamiera e tavole. Persone che passeggiano lungo la strada, con pecore che hanno le gambe anteriori legate tra di loro per non farle correre. Ciuchi ovunque, sulla strada intorno alle case. E’ l’unico mezzo che fornisce forza motrice. Si respira grande povertà ma anche dignità. Nel nostro girovagare tra colline, ad un certo momento abbiamo realizzato di aver sbagliato strada. Abbiamo cercato un pastore, fortunatamente parlava il francese e ci ha fatto capire che l’unico modo per uscire da quel labirinto di colline, era di arrivare a Fifi. Da li giu per un altro paese, Zuomi. Siamo andati avanti per decine di km. su una strada che ha un tracciato meraviglioso, zero segnaletica, e che non ha più che una piccola striscia di asfalto piena di buchi, al centro della carreggiata. Abbiamo fatto un sacco di fatica, solo per vedere e scansare le buche. Ma dovevamo anche fare i conti con i taxi che non mollavano il centro strada. La tecnica era di puntarli dritti nel cofano e scansarli all’ultimo momento. Nelle curve coperte clacson a tutta. Finalmente troviamo strada che poteva essere chiamata così, verso sud fino a Lamjaara. La visita alla imponente diga, ci ha fatto poi fare la strada che la costeggia sul lato sud fino a Moulay Bouchta. Poi a sud per 70 km. incontriamo Tnine Loulia, Ain Kansra, Sidi Yacouo, e finalmente Fes. Ci arriviamo da est su una specie di super strada, sulla quale circola di tutto, dai pedoni ai ciuchi alle bici, e un caos di auto e moto. Tutti attraversano la carreggiata a loro piacimento. Un CAOS.
Ci fermiamo una area di sosta che sovrasta la Fes vecchia della medina. Il tempo di toglierci il casco e siamo stati affrontati da un ragazzo che ci voleva trovare a forza un Hotel. Non ci molla più, alla fine l’ho mandato a far il culo. Siamo saliti nella parte nuova della città fino alla piazza della fontana, qui un altro personaggio ci ha offerto la sua opera per trovarci da dormire. Vista l’ora ormai tarda, siamo andati a vedere cosa ci offriva. C è piaciuto, perchè molto al riparo dalla confusione e abbiamo accettato di dormire in una camera con tre letti, un bagno molto grande, televisione e wifi. 

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