Da Pamplona a ispezionare il Cammino.

Oggi 1 giugno. Ieri siamo stati costretti a sloggiare dall’hostel, per fortuna. La regola dice che non i può pernottare due notti nello stesso hostel se non in caso di malattia. Abbiamo trovato un alberghetto in centro a due passi dalla cattedrale. Ci sono state da fare tre rampe di scale, ma perlomeno la notte abbiamo dormito, bene, in silenzio, e la mattina ci siamo alzati alle 9,00. Anche oggi il tempo non è dei migliori, fa un freddo cane e piove. Dopo la solita colazione al solito bar Iruna, abbiamo deciso di andare a vedere cosa ci attende il giorno che decideremo di iniziare il Cammino. Camminando, e seguendo le conchiglie che indicano il Cammino,  ce né sono una ogni 15 metri, siamo arrivati nel punto più alto della città vecchia. Qui immerso in un grandissimo parco pubblico, si trova la “Ciudadela” una cinta muraria intatta a forma di stella. Vista la direzione di uscita dalla città, abbiamo preso la macchina e siamo andati alla ricerca delle sagome dei pellegrini sul monte del Perdon. Una strada asfaltata porta fin sotto le sagome. Usciti dalla macchina un vento gelido di tramontana ci ha assaliti. La temperatura era di 5 gradi, ma con quel vento sembrava anche più freddo. I pellegrini arrivano da sotto il crinale dove si trovano le pale eoliche, sono impantanati fino ai ginocchi. I coraggiosi ciclisti che hanno dovuto spingere le loro bici, arrivano in cima con delle palle di pantano attorno ai freni e a contrasto con la forca, enormi. Quasi non girano le ruote. Rimaniamo a quel freddo una mezz’ora. Facciamo delle foto e vediamo anche arrivare due giovani ragazze inglesi, praticamente nude, con delle canottiere. Per la verità di un colore violaceo, ma da come ridevano o erano fatte, o sopportavano benissimo il freddo. Ho dovuto farci una foto assieme. Risaliti in macchina siamo passati da altri paesini in direzione di Puente la Reina. A Maruzabal siamo arrivati alla fine di un matrimonio. Davanti la chiesa erano tutti ad attendere l’uscita della sposa. E ci sono state anche le esplosioni dei petardi. Tante cicogne sul percorso, sulle ciminiere abbandonate e sui campanili. A Puente la Reina in un ristorante mentre mangiavamo abbiamo visto le prove del gran premio del Mugello. Sulla via centrale si incontra la Chiesa di Santiago el Major

Fin da lontano si può osservare l’enorme campanile della Chiesa di Santiago el Mayor. Snello come un faro, guida i pellegrini fino a Puente la Reina, una delle località più interessanti del tratto del Cammino di Santiago in Navarra.
Situato nella cosiddetta rúa Mayor, il tempio offre al visitatore una facciata monumentale con influenze arabe. Le sculture, rovinate dal passare del tempo, invitano a ricostruire con l’immaginazione i racconti biblici che incisero con grande maestria gli artigiani medievali.
All’interno due sculture gotiche, S. Giacomo Apostolo di fronte a San Bartolomeo, che osservano dalla loro permanente tranquillità i curiosi visitatori che contemplano la pala dell’altare maggiore.
La Chiesa di Santiago el Mayor, costruita nel XII secolo e ricostruita nel XVI secolo, si innalza verticale come una freccia di pietra audace e monumentale, che supera in altezza tutti gli edifici di Puente la Reina, cittadina situata nella Zona Media della Navarra. La Chiesa si trova al centro della stretta rúa Mayor, da dove passa il Cammino di Santiago.
Del primitivo tempio di origine romanica rimangono alcuni muri esterni e due facciate, una ai piedi del tempio e l’altra sul lato dell’Epistola. La prima, nascosta in un vicolo trasversale, risale alla fine del XII secolo. È costituita da un arco a tutto sesto svasato, archivolti e colonne con capitelli decorati con motivi vegetali. La seconda facciata è molto più spettacolare: costruita agli inizi del Duecento, spicca per i cinque archivolti decorati con sculture particolarmente rovinate dal tempo e dal suo arco interno a lobi di influenza moresca.
Osservando bene si distingue la parte più antica dell’edificio dal colore della pietra, dal momento che gli elementi romanici grigi del primo tempio si differenziano nettamente rispetto ai conci rinascimentali, meglio conservati.
Verso la metà del Cinquecento iniziò la ristrutturazione integrale dell’edificio e, sulla chiesa antica, ne venne costruita un’altra con pianta a croce latina, navata a due tratti, crociera, transetto, testata a poligono e quattro piccole cappelle aperte sulla navata. È coperta da volte a crociera stellata.
Ha una torre-campanile ottagonale, normalmente custodita dalle cicogne, e un atrio con una cancellata a pilastri coronati da vasi. Entrambi gli elementi sono stati costruiti tra il XVI e il XVIII secolo, su progetto di Ventura Rodríguez, uno dei migliori architetti della sua epoca.
L’interno della chiesa è molto spazioso e conserva vari dipinti, sculture e pale d’altare. Spicca la pala dell’altare maggiore dedicata a Santiago, che risale al XVIII secolo. Attaccate ai muri della chiesa e una di fronte all’altra, il tempio conserva due importanti sculture gotiche cinquecentesche: la scultura in pietra policroma di San Bartolomé dalle dimensioni quasi reali e la straordinaria scultura in legno, sempre policroma, di San Giacomo Apostolo, noto come Santiago “beltza” (nero in lingua basca) per il suo volto scuro. Questa figura che rappresenta l’apostolo pellegrino spicca per le dimensioni e per l’accurata esecuzione degli occhi e della barba.
 

Percorsa la via centrale siamo arrivati al Ponte.

Il ponte romanico di Puente la Reina è uno degli esempi di architettura civile più interessanti del Cammino di Santiago in Navarra. In questa località confluiscono i due itinerari del Cammino: quello proveniente da Orreaga/Roncisvalle e il tratto detto Tolosano che arriva da Somport.
In questo luogo confluiscono migliaia di storie e di leggendeche i numerosi pellegrini hanno intessuto nel corso dei secoli. Le acque del fiume Arga, che scorre sotto l’imponente campata del ponte centenario, sussurrano all’orecchio del viaggiatore, disposto all’ascolto, sorprendenti racconti, come ad esempio la pittoresca leggenda del txori, cioè dell’uccellino.
Il ponte romanico di Puente la Reina dà il nome a questa località, capoluogo della valle di Ilzarbe o Valdizarbe, nella Zona Media della Navarra.Sembra che il ponte, sotto cui scorre il fiume Arga, sia stato costruito nell’XI secolo su iniziativa di una regina, forse la moglie di Sancio il Maggiore, oppure Estefanía, moglie di García Nájera. Lo scopo del ponte era quello di agevolare il flusso dei pellegrini del Cammino di Santiago che lasciavano la città dopo aver attraversato la Rúa Mayor.Costituisce uno degli esempi più signorili di romanico civile dell’itinerario di Santiago e colpisce soprattutto per l’eleganza e la sobrietà. Presenta 6 archi a tutto sesto, il più orientale dei quali è sotterrato, ed è lungo 110 metri. Gli archi sono intervallati da archetti utilizzati come sfiatatoi al fine di alleggerire la struttura e permettere all’acqua di scorrere in caso di piena del fiume. Aveva tre torri difensive, due poste alle estremità del ponte ed una centrale in cui era conservata l’immagine rinascimentale della Virgen del Puy detta anche del Txori.

Molto ben tenuto, lo abbiamo fotografato ben bene, e abbiamo fatto rientro a Leon. 

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