Palio 16 agosto 2016 è della LUPA-CAPPOTTO

Ci sono voluti 27 anni per rigioire in piazza Del Campo e solo un mese per scoppiare di GIOIA facendo uno splendido CAPPOTTO con i soliti attori. Stesso Cavallo stesso Fantino.

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Crono Climbing Saline – Volterra

Tanti, ma ormai veramente tanti anni fa, con mio padre andavamo a vedere le corse di moto a Volterra. Si correva la mitica Saline-Volterra. Veniva corsa con Auto e anche con Moto. Il tracciato era oltre 10 km. Passavamo giornate tra sole e odere di olio di ricino. Domenica 9 ott. in occasione del Crono Climbing Saline Volterra, ho deciso di rivivere quelle emozioni. Adesso il percorso è di soli 2,3 km. Rispetto alle folle oceaniche di un tempo, veramente scarsi gli appassionati, ed era Gratis. Comunque un ripasso di vecchie e nuove moto che mi ha fatto vibrare.

 

 

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Corteo della VITTORIA del Palio di Luglio 2016. Grande Lupa

Dopo 27 anni la gioia è esplosa in città con un corteo BELLISSIMO. Una partecipazione entusiasta di tutti i contradaioli.

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Palio 2 Luglio 2016 è della LUPA

Ci sono voluti 27 anni per rigioire in piazza Del Campo

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Il veliero AMERIGO VESPUCCI

Per chi è interessato a saper tutto sulla nave, consiglio di visitare questo sito.

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Floating Piers – Passarella di Montisola – Lago d’Iseo

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Giugno 2016 – ‘The Floating Piers’ è il nome del progetto dato dall’ artista americano (newyorchese) Vladimirov Yavachev Christo, alla sua nuova performance. L’installazione dell’artista prevede la realizzazione provvisoria di un vero e proprio ponte/pontile, adagiato sulle acque del lago d’Iseo, che unirà per soli 16 giorni e per la prima volta nella sua storia, la sponda bresciana (Sulzano) del lago d’ Iseo a Montisola (Monte Isola rappresenta l’ isola più grande presente all’ interno del lago di Iseo ma anche l’ isola lacustre più alta d’ Europa). Questa installazione sarà aperta al pubblico e permetterà a chiunque volesse, di essere attraversata e percorsa a piedi 24 ore su 24, gratuitamente e non sarà possibile prenotarne l’ accesso, sarà da mettere in conto la possibilità di code per accedervi. Alla fine dell’ evento l’ istallazione verrà rimossa e tutto ritornerà alla normalità.

Li abbiamo visti affollatissimi nei giorni scorsi, i The Floating Piers sul Lago d’Iseo. Un progetto a cui Christo, l’artista di origine bulgara che insieme alla moglie scomparsa ha ideato la passerella, ha lavorato per oltre quarant’anni e che ha richiesto 22 mesi per la sua costruzione. Disporre un corridoio di tre chilometri di lunghezza sulle acque del lago non è stata infatti proprio una passeggiata. Come è stato possibile realizzarla?

Questo evento è considerato tra gli eventi più importanti del 2016 a livello mondiale. Innumerevoli sono le testate di tutto il mondo che dedicano ampi articoli sulla vicenda. La celebre guida Lonely Planet, ha stilato la classifica delle dieci nuove mete di viaggio per il 2016 e l’Italia figura al sesto posto grazie anche all’ opera dell’ artista Christo ‘The Floating Piers’ (che noi per semplicità chiamiamo “Ponte galleggiante ). Christo l’ha presentata così: “Camminerete sulle acque, meglio se verrete senza scarpe.. …Sarà una passeggiata di tre chilometri, sentirete le onde sotto i piedi. La passerella sarà riciclabile: finiti i 16 giorni, sarà distrutta”. “Ma quindi non rimane niente?”. L’artista: “Resterà nei vostri cuori”.

Come racconta oggi un’articolo apparso su Wired.com, l’idea è stata presa in prestito dai pontili galleggianti usati spesso in marina, dove si utilizzano cubi di polistirolo. “Abbiamo scoperto presto che questo sistema di cubi era perfetto per noi”, ha ricordato Wolfgang Volz, project Manager di Christo. Ma dopo una simulazione in Germania il team si è accorto che i blocchi di polistirolo in realtà erano troppo piccoli e troppo densi. Serviva qualcos’altro, blocchi più grandi di quelli usati in marina e più galleggianti, così il team ha commissionato la produzione di blocchi ad hoc: 220 mila cubi di polietilene ad alta densità.
Questi cubi sono stati collegati uno ad uno tra loro, da grandi perni, disposti sull’acqua e ancorati a dei blocchi di cemento sul fondale del lago (200 le ancore da 5,5 tonnellate ciascuna mantengono i pontili in posizione). Tutto, è stato assicurato, verrà riciclato, anche se non sono mancate le polemiche sull’impatto ecologico dell‘opera.
L’ultima fase del progetto è stata quella del rivestimento, prima con del feltro poi con metri e metri di tessuto (si parla di 100 mila metri quadri usati per l’opera), non impermeabile per evitare cadute durante le passeggiate e di finire direttamente nel lago, considerato anche che l’installazione è priva di barriere laterali. La scelta del tessuto di copertura, oltre a rispondere a esigenze di sicurezza, è stata fatta anche per ottenere degli effetti scenici: quando è bagnato il tessuto si scurisce, tendendo al rosso, mentre da asciutto è completamente giallo. Per vedere l’effetto che fa, lo ricordiamo, c’è tempo fino al 3 luglio.

Dati
220.000 cubi creano i 3 chilometri di The Floating Piers.
220.000 perni tengono insieme i cubi.
200 ancore del peso di 5,5 tonnellate l’una mantengono i 16 metri di larghezza del pontile in posizione.
37.000 metri di corda connettono gli ancoraggi al pontile.
70.000 mq di feltro ricoprono i pontili e le strade al di sotto del tessuto.
100.000 mq di tessuto coprono i 3 chilometri di pontile e 2,5 chilometri di strada.
2,7 milioni di litri d’acqua riempiono le sponde inclinate.

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Presepe di Casole d’Elsa 2015

Stupore e meraviglia. Avere un bellissimo presepe vivente, uno dei più belli d’Italia a pochi km. da casa e non saperlo per anni. Mi ci sono fiondato appena ho potuto. Già, Casole e un paesino caratteristico della Toscana che merita una visita anche senza il presepe, ma con l’occasione si prendono “due piccioni con una fava”. Tutti o quasi, i cittadini, sono coinvolti nell’impegno. Viene fatto ogni 2 anni.

 

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Cena al rist. Versilia Com’era

Con gli amici frequentatori, della tabaccheria di Manuele e Andrea, siamo stati a cena al rist. Versilia Com’era. Era marzo del 2015.

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Castello Acciaioli – (FAI)

Bel pomeriggio passato, a marzo 2014, per merito del FAI, al Castello Acciaioli.

Da Wikipedia

Storia
“Un bellissimo castelletto che conserva quasi intatta la sua primitiva forma colle mura smerlate e due torri coi merli ghibellini”( Guido Carocci, I dintorni di Firenze, 1881)

Le prime notizie sull’esistenza del complesso, sorto in località Calcherelli o Carcherelli o ancora Carcheregli ( nei documenti antichi) , risalgono al XIV secolo quando era un fortilizio merlato di Nardo di messer Bencivenni Rucellai, proprietario di numerosi possedimenti in tutto il contado fiorentino. Il castello, chiamato all’epoca fattoria di Carcherelli, aveva una posizione privilegiata rispetto alla valle dell’Arno poiché permetteva un controllo militare sul fiume. Col passaggio ad altri proprietari, nel tempo il castello perse la propria funzione difensiva, diventando una residenza signorile.

Il cortile
Nel XVI secolo la proprietà passo ai Davizzi, come ricorda lo stemma ancora presente sulle torri nord e sud. Sotto la proprietà di Neri di Pietro Davizzi il castello fu scenario di un fatto di sangue: egli, dopo aver tenuto la moglie prigioniera nel maniero, se ne sbarazzò avvelenandola a morte. Per il misfatto l’uomo subì una pesante condanna, venendo permanentemente esisliato dal territorio fiorentino. Solo nel 1546, con l’acquisto della struttura da parte del senatore Roberto Acciaioli, figlio di Donato, la sede assunse l’attuale nome. L’ingresso, la scala, i soffitti a cassettoni e l’imponente camino risalgono a questo periodo. Nel XVIII secolo fu edificata la cappella dedicata alla Santa Croce, per opera della famiglia Gentile-Farinola subentrata nella proprietà agli Acciaioli. I tre proprietari furono i Capra, poi i Caini e, dal 16 febbraio 1999, l’amministrazione comunale di Scandicci, che ne ha avviato dal 2002 un restauro capillare, concluso nel 2008. Nel 2000 il castello-villa è stato vincolato dalla Soprintendenza ai Beni Ambientali ed Architettonici di Firenze, con un vincolo di scopo che lega l’uso della struttura ad attività di formazione, impiego e ricerca.

Il giardino

La nicchia nel giardino
Il corpo centrale del castello, dotato di giardino murato e circondato da un ampio parco oggi destinato ad uso pubblico, ha subito varie modifiche nel tempo, ma ha mantenuto un certo aspetto severo tre-quattrocentesco grazie alle due torri con merlatura guelfa e alla cinta muraria in pietra a filaretto, con conci disposti a fascia e in chiave, che circonda la struttura.

All’interno gli ambienti sono organizzati attorno a un cortile, con a ovest bassi edifici un tempo abitati dai braccianti agricoli, e ad est gli ambienti signorili. Il nucleo più antico di questa ala è la parte centrale, con i resti visibili in facciata di una casa-torre in pietra concia alla quale vennero poi aggiunte due ali laterali adiacenti: le stanze a sud sono più semplici, con alti soffitti a cassettoni, ma più antiche, mentre quelle nella metà nord sono decorate da affreschi sei-settecenteschi, tra cui spiccano quelli di vedute e finte rovine di una stanza affacciata sul giardino.

La cappella di famiglia è posta fuori dal recinto delle mura, ma immediatamente adiacente ed accessibile dall’interno tramite un passaggio con decorazioni a stucco a forma di conchiglia. È a pianta quadrata e dotata, su ciascun angolo, di quattro nicchie semicircolare. All’interno si trovano un busto di Paolo Valentino Farinola e due lapidi di membri della famiglia, una recante la data 1821. Sull’altare in stucco si trova una tela con l’Adorazione della Croce, che rimanda alla dedica alla Santa Croce.

Il giardino murato oggi presenta solo tracce dell’originario impianto settecentesco, come l’esedra rustica decorata a mosaico in asse col portale che conduce all’appartamento signorile. La limonaia, situata a nord, era stata adibita anche a cantina.

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MTB Risalita del Bisenzio sulla ciclabile e poi fino a Vernio.

Al ritorno dal giro ci siamo inoltrati dentro Prato a fare i turisti, a riscoprire un centro storico da non trascurare.

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